Monday, January 23, 2012

Leadership

Oggi penultima giornata (proficua, anche se ho avuto dei problemi tecnici sul sito PMI) di studio per il PMP. Se tutto va bene e se oggi non perdo troppo tempo in facezie, domani sarò libero da questa priorità (obiettivo raggiunto, yee yee!) e potrò riempire il tempo liberato con qualcos'altro; devo ancora decidere se sarà del mero turismo o (mi piace di più) un'accelerazione per la scrittura, un altro approfondimento professionale (che però mi pare un furto eccessivo di tempo mio a favore del Mostro che mi dà da mangiare) o addirittura l'inizio di un'altra avventura letteraria... dipenderà dall'ispirazione.

Ieri, appunto, ho approfondito le parole di Lorraine Monroe. Si tratta di un'americana; una che sotto deve avere due palle così, perchè partire da pover, nera e donna in America e diventare viceministro dell'istruzione.. parliamo sempre di quattrocento milioni di anime, capito!? Beh questa rinseccolita, sprintosa vivace, inconvenzionale, ormai superpagata vecchietta dice, tra le varie: "When you are a leader you have to take care of yourself". M'ha dato una certa confidenza/consolazione. A parte il fatto che ieri mi son fatto una chiaccherata con Mattia - spigliatissimo e orgoglioso contadino del posto che mi ha confidato di non avere un televisore (bene, siamo almeno in due sulla faccia della terra, allora!) - devo ammettere che gli sguardi tra l'incredulo e il compassionevole di chi sa che passo vacanze da solo su un'isola del Tirreno, ogni tanto, un po' di apprensione me la mettono addosso. Allora posso dire che non so se sono un leader, ma certamente non dimentico di prendermi cura di me stesso, ecco!

E c'è un corto circuito tra dove questo viaggio è iniziato e dove mi trovo ora. Perchè credo sia evidente che in Cina hanno una concezione abbastanza più realista di quella occidentale (e italiana in particolare) non tanto di cosa sia un leader, ma di quanti leader possono condurre lo stesso vapore nello stesso momento. Chiaro che loro hanno fatto di necessità virtù e lo hanno imparato velocemente, o il collasso sarebbe stato inevitabile. Ci sta pure che hanno esagerato: mica voglio negare il loro totalitarismo! Ma magari possiamo fare una media ponderata e darci una regolata anche da questo lato del globo? Lascio perdere quello che succede in continente (per amore di brain log, oggi è uno di quei giorni in cui lo sciopero dei Tir, che spostano il 90% dei prodotti italiani, minaccia di paralizzare l'Italia, dall'energia all'alimentazione). Ma qui: all'isola manca una sua anima, un leitmotiv, una coerenza di sviluppo, una missione. Ci sono scelte da fare; scelte importanti di urbanistica e messa in sicurezza del territorio, di approccio al turismo, di (auto)sufficienza e sostenibilità energetica, per l'acqua e per tutti gli altri bisogni dell'isola: il trasporto, l'istruzione, la sanità.. un piccolo mondo dove la ripercussione di ogni più piccola decisione è immediatamente visibile. Eppure si va un po' alla deriva, si improvvisa, ci si arrangia all'interno di tanti, troppi vincoli, che sono le necessità specifiche e individuali. Qui è tutto così piccolo che il bandolo della matassa non sembra impossibile da trovare, ma in effetti è un po' la storia d'Italia: che pare 'a varca di quattre padrune (pare una barca di quattro padroni).

Cito ancora Filomena Gargiulo:
I legumi negli anni '30 erano trasportati in continente con un grosso gozzo che tutti chiamavano 'a varca di quatte padrune, i proprietari erano : Antonio Matrone, 'U Lupo cerute, Giovanni Sportello, Mencreste, Schiano, 'I Mezzavotte, Antonio Santomauro, 'U Mustaccielli. Esso portava a Napoli fave e lenticchie e ritornava carico di calce e merce varia. La barca andò a fondo nel gennaio del '34 al "Morrone" a Santo Stefano, dove aveva trovato riparo per il forte levante che imperversava sull'isola e che aveva impediito l'attracco nel Porto Romano. Durante la notte, come racconta Enrico Catuogno, curre curre, a causa della forte corrente, si perse il controllo della barca che andò a infrangersi sugli scogli. I marinai furono tratti in salvo dal personae dell'ergastolo, la merce si disperse e il giorno dopo il mare la restituì a beneficio di tutti.
Alcuni raccontano che la barca affondò perché 'i quatte padrune non riuscirono, anche in quel tragico momento, ad accordarsi su come proteggere la barca con il suo carico. Dire me pare 'a varca di quatte padrune indica una situazione mal governata.
Capito?

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